IL RUOLO DELL’EDUCATORE PROFESSIONALE NELL’ERA POST COVID
Dopo la pandemia i problemi di salute mentale sono cresciuti in maniera esponenziale in tutte le fasce della popolazione, presentandosi con ansia, attacchi di panico e scarsa propensione alla socializzazione, che, se non trattati adeguatamente, possono trasformarsi in vere e proprie patologie; queste condizioni, insieme all’aumento delle situazioni di povertà, continuano a condizionare la vita di milioni di persone in tutto il mondo.
La figura dell’Educatore Professionale è quindi diventata di fondamentale importanza nel contesto sanitario e socio-sanitario, nei più diversi ambiti dei percorsi riabilitativi territoriali, residenziali e semiresidenziali: creare infatti percorsi individuali e personalizzati per aiutare le persone ad affrontare le proprie vulnerabilità è indispensabile per la salvaguardia della salute psicofisica dei cittadini.
<< Corsi regionali per Educatori erano presenti in Italia già a partire dagli anni ’50. L’Educatore Professionale (EP) ebbe successivamente maggiore diffusione all’interno dei manicomi e delle strutture di accoglienza per minori con gravi disagi. Con la legge 180 del 1978, che sancisce la chiusura definitiva dei manicomi – dichiara la Dott.ssa Ilaria Lotti Presidente CdA Educatori Professionali Ordine TSRM-PSTRP di Firenze, Arezzo, Prato, Pistoia, Lucca e Massa Carrara – l’Educatore diventa un catalizzatore del cambiamento per tutte quelle persone che, a questo punto, devono trovare un loro posto nel mondo esterno agli istituti. In seguito, partendo dall’ambito della salute mentale, l’educatore professionale amplia il proprio settore di intervento estendendolo a tutte quelle persone che hanno un qualche disagio e difficoltà, sia in ambito sociale che sanitario. Nel 1984 l’allora Ministero della Sanità riconosce la figura dell’Educatore Professionale. La figura viene definitivamente individuata con il DM 520/1998 che ne definisce il profilo professionale e la inserisce definitivamente tra le professioni della riabilitazione. Viene inoltre stabilita la formazione degli EP che passa dai corsi a carattere regionale post diploma ai corsi universitari. Con la legge 42/1999 acquista, come le altre professioni sanitarie, la propria autonomia e responsabilità. Nel 2018, con la legge 3 dell’11 gennaio, infine nasce l’Albo degli Educatori Professionali, inserito negli Ordini multi-albo della Federazione Nazionale dei TSRM-PSTRP>>.
In ogni contesto (centri diurni, comunità, ambulatori, gruppi terapeutici, al domicilio, scuola, carceri), l’Educatore Professionale progetta e cura, in equipe multiprofessionali, i processi di abilitazione, riabilitazione e integrazione socio-sanitaria attraverso interventi mirati ai bisogni della persona in carico e con particolare riferimento all’attivazione delle Life Skills, ossia all’attivazione di un insieme di abilità cognitive, emotive e relazionali di base, che permettono alle persone di avere un comportamento che consenta loro di affrontare nel modo più efficace possibile, sia sul piano individuale che su quello sociale, le richieste e le sfide della vita quotidiana. Inoltre cura lo sviluppo di reti del welfare socio-sanitario, al fine di favorire l’empowerment (consapevolezza di sé) e il diritto all’autodeterminazione della persona, specifici e peculiari per ogni tipo di situazione che la persona sta vivendo. L’obiettivo di tutti gli interventi è quello di creare le condizioni perché si costruisca una relazione significativa di aiuto, orientata alla acquisizione, mantenimento e/o potenziamento di abilità attraverso progetti educativi che possono riguardare sia i singoli individui che le famiglie, o la comunità.
<<Il nostro lavoro è rivolto sia ai minori che agli adulti, con ambiti di intervento che riguardano servizi di salute mentale – continua la Dott.ssa Ilaria Lotti- servizi di promozione alla salute, di riabilitazione rispetto all’uso problematico di sostanze, servizi rivolti agli anziani, ai disabili, interventi diretti nelle carceri e in progetti rivolti alle persone con difficoltà psicosociali e di marginalità.
Come professionisti, nell’immediato futuro, ci impegneremo per sviluppare maggiormente la crescita professionale, rafforzata con la nascita dell’Albo, e a continuare ad affermare la professione nel mondo del lavoro. Si rende perciò necessario implementare la formazione universitaria, sia per i contenuti formativi ma soprattutto come numero di sedi e di posti disponibili nei Corsi di Laurea. Ad oggi le rilevazioni ci indicano che il numero di Educatori Professionali in relazione ai fabbisogni di salute della popolazione è nettamente insufficiente e si rileva una forte richiesta di professionisti da parte dei servizi. Alla luce di rilievi compiuti nel 2020/2021, in collaborazione con la Federazione Nazionale degli Ordini TSRM-PSTRP e sul modello previsionale del Ministero della Salute, si è ritenuto di dover innalzare progressivamente il rapporto di professionisti EP ad almeno 80 professionisti ogni 100.000 abitanti, contro l’attuale dato che, per quanto riguarda la Toscana, è di 40 professionisti ogni 100.000 abitanti.
Un’attenzione particolare è anche riservata all’ambito privato dove la nostra figura professionale ha una forte presenza – conclude – e dove ci auspichiamo si possa arrivare ad un consolidamento della Professione con equi riconoscimenti professionali e contrattuali, laddove invece, in questo settore, si ha ancora una forte disomogeneità di situazioni lavorative>>.
Sara Lavorini